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Friday, July 31, 2009

Senza fine



L'albero della vita - The Fountain
L'albero della vita di Darren Aronofski è probabilmente una della più ostiche, coraggiose, sconvolgenti, impenetrabili, atipiche, colossali esperienze cinematografiche che io abbia mai avuto. Oltre il bene e oltre il male, al di là di ogni classica definizione del genere e della forma, The Fountain è lontano mille miglia da ogni classificazione, etichetta, categoria: destabilizza, percuote, divide. Uno di quei film che non si possono spiegare, la cui recensione non è solo una negazione stessa della sua potenza, ma è effettivamente inavvicinabile al cuore pulsante di una pellicola tanto gelida e siderale, quanto bruciante e passionale. Non si può rimanere indifferenti: o lo detesterete e abbandonerete la sala dopo mezzora di programmazione (il cinema s'è quasi svuotato durante la proiezione), o verrete scossi dal brivido più elettrico che possiate immaginare. 
Non esiste una trama, o meglio, la storia è La Storia. Ragazzi, vi assicuro, è qualcosa di inspiegabile, e che giustamente non può essere raccontato, perchè le parole imprigionano la forza delle immagini e delle idee. Ci sono i conquistadores spagnoli, viaggi astrali, dottori che cercano la cura del cancro, bolle spaziali, i Maya, laboratori, regine, promesse d'amore, nebulose che esplodono, lo yoga. Non c'è una struttura classica del racconto, proprio perchè non esiste un vero racconto: il filo rosso della ricerca della Vita Eterna è solo un pretesto per mettere in campo i Massimi Sistemi. E non mi meraviglio che Darren Aronofski (il geniale regista di Pi Greco, e soprattutto di uno dei più grandi capolavori degli ultimi 10 anni Requiem for a dream) abbia impiegato 6 anni per trovare i fondi e realizzare questo sforzo artistico: ogni volta che entrano in campo le Idee c'è sempre paura. E il regista, in questo caso soprattutto, è il vero responsabile dell'intero impianto: una regia barocca, difficile, altissima, piena di coraggio e convinzione e voglia di prendersi rischi, anche di sbagliare.
Il contributo più grande che da potere e forza evocativa al film è sicuramente tutto l'apparato tecnico. La fotografia di Matthew Libatique è centrale in questo: numerosissimi primi piani che passano repentinamente al vuoto infinito del cosmo, rimandi letterari, coincidenze interne, incastri inseriti da immagine ad immagine, colori caldi e morti, gelidi e brucianti, con intere sequenze di una forza assordante. Ogni singolo pixel brilla di luce e significato. Ma quello che contribuisce più di ogni altra cosa a fare di questo film un'Opera d'Arte è la colonna sonora, devastante, di Clint Mansell. Se la partitura musicale di Requiem for a Dream è ormai un classico della cinematografia di ogni tempo, questo nuovo score si affiancherà ben presto al precedente: Clint Mansell è geniale e senza tempo.
Fondamentale Hugh Jackman: questo film è anche opera sua. Incantevole. Se Rachel Weisz non
mi convince pienamente, e a tratti sembra poco ispirata, Hugh Jackman da una prova stellare di quanto sia pieno di talento. L'attore australiano interpreta tre personaggi, che sono tre ma anche uno solo -vi ricorda qualcosa uno e trino?-, che sono tre proiezioni di una sola persona che è L'Essere Umano archetipico. Assolutamente perfetto, mai una sbavatura, mai un'esagerazione, niente melodramma. Fantastico.
 
L'albero della vita non è un film facile. Nel senso che non è un film con una struttura classica e aristotelica, è poco accessibile. E' come un dipinto, un saggio di filosofia, è metafisica in movimento, è installazione d'arte, è immagine e suono, uno di quei film che non riesci a consigliare ad amici o che non lo fai facilmente..ma che tieni per te, in silenzio. Ma è un'esperienza che non va evitata, perchè una delle rare pellicole che mettono in moto cervello, cuore, sensi e che fanno vibrare l'anima. O forse ha solo toccato le mie corde giuste, questo non lo so dire. Ma è un'esperienza unica, che va vista al cinema. Un film talmente rarefatto e puro e colmo di luce che anche quando inciampa -perchè non è perfetto, attenzione- riesce comunque a comunicare. E io davanti ad un film che è in grado, con queste idee, con questa forza, di parlarmi di vita e morte, di eterno e di tutto e di sempre e di mai e di ora, io mi levo il cappello.
Dategli almeno una possibilità: dove altro potrete vedere uomini che si trasformano in stelle comete, esplosioni siderali, fiori che nascono da corpi umani..dove altro potrete vedere La Vita? Avete mai visto La Vita?
 
A-


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