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Sunday, August 9, 2009

WHAT A MAN, WHAT A MAN, WHAT A MIGHTY GOOD MAN



SUPERMAN RETURNS
 
Superman Returns è il classico film che va visto al condizionale.
 Potrebbe..sarebbe..avrebbe..dovrebbe..
Con il rischio di sembrare un pò troppo schematico, penso che il film di Bryan Synger abbia dei pregi e dei difetti così evidenti che ben si presta ad un approccio analitico.
 
 THE GOOD
Brandon Routh: he's astonishing. Semplicemente grandioso. E' praticamente impossibile non cadere nella sua rete.. Questo ragazzo è nato per essere Superman: non vi posso dire che sia un "grande attore", perchè effettivamente non ho nulla su cui basare un giudizio del genere. Ma quando incrocio i suoi enormi occhi blu oceano che si stagliano sull'orizzonte infinito della campagna americana..io non posso che sciogliermi. Dovete vedere per credere: Brandon Routh ha senza dubbio quel famoso something che fa la differenza, quella luccicanza che separa una faccia qualsiasi da un'icona immortale. Per me è senza alcun dubbio il più grande punto di forza del film, e, a costo di suonare un pò troppo trionfalistico nel mio giudizio, regge da solo interamente la pellicola sulle sue spalle. Quando lui è in scena, ruba completamente l'attenzione, e nulla ha più alcuna importanza. E poi Superman, mio Dio..non è un simbolo..è IL simbolo, è l'icona pop per eccellenza, è il mito da cui tutto ha origine. E vedere the man of steel che piange (perchè in questo film Lui Piange..how sweet is that!?) è tipo..non so..un orgasmo di emozioni. I famosi fuochi d'artificio dentro. E poi vola..cioè..non lancia le ragnatele..ma vola!! OhGod..He's God!
Bryan Synger: la regia è un altro punto di forza. Tremo all'idea di cosa sarebbe successo se dietro la macchina da presa ci fosse stato qualche dozzinale operaio come Michael Bay o soci.. Se Spiderman è il supereroe degli anni 2000, Superman è senza dubbio l'eroe più retrò che possa esistere: conformista, conservatore, reaganiano, profondamente maschilista ai limiti del machismo. Sembrerebbe quasi impossibile far digerire ad un pubblico smaliziato come quello di oggi una figura del genere. Eppure Synger riesce nell'impresa di trasformare l'eroe in una vera e propria icona pop fuori da ogni tempo, lontana da ogni connotato. Superman Returns è pura pop vision. Un concentrato dolcissimo di colori, luci, un enorme golosa e melassosa caramella ripiena di citazioni, miti, leggende popolari, cultura patinata..semplicemente pop. Tagliando corto, Synger si rivela di opera in opera un grande, grandissimo entertainer, se non un vero auteur.
L'apparato tecnico: come prevedibile, l'aspetto tecnico è da primi della classe. La stupenda, coloratissima fotografia pop di Newton Thomas Sigel (collaboratore del regista anche per la saga di XMen) che abbonda di visuals splendide, tramonti infuocati, campi lunghissimi, panorami da batticuore,e poi la musica tonitruante, epica, ricca di cori da pelle d'oca di John Ottman (che riprende il mitico tema di John Williams), e le scenografie da far perdere il fiato di Guy Dyas ben spiegano come questo film possa essere costato quasi 250milioni dollari (anche per questo motivo è stato considerato un insuccesso..come caspita potevano pensare di ricoprire velocemente i costi!?). Aggiungeteci poi degli effetti speciali incredibili (la sequenza dell'aereo una su tutte) e il gioco è fatto. Da segnalare i favolosi titoli di testa che ho seguito letteralmente a bocca aperta con bavetta..
 
THE BAD
I personaggi di contorno: punto (stranamente) dolente della pellicola è rappresentato dallo scarso interesse sprigionato dai personaggi che gravitano intorno al nostro eroe. Forse con la sola eccezione di Eva Marie Saint che interpreta la madre di Clark, tutti gli altri personaggi risultano del tutto piatti e, quel che è peggio, non interessanti. I cronisti, il caporedattore, Kitty (vedete, di molti non mi ricordo nemmeno i nomi tanto erano insulsi) sono completamente privi di qualsivoglia appeal, di un minimo barlume di interesse. E non soffrendo per le loro sorti, ahimè, il film viene privato di quel fondamentale trasporto emotivo che avrebbe potuto innalzarlo al gradino successivo (che per me è rappresentato dall'aggettivo commovente!).
Il villain: il problema non è Kevin Spacey (che anzi fa il suo sporco mestiere). Il problema è essenzialmente Lex Luthor e i suoi piani diabolici. Ormai sappiamo da tempo immemore quale sia la dura legge del supereroe: senza una nemesi con le contropalle, lui non è niente. E mi piange il cuore dover ammettere che il Lex Luthor di Superman Returns è uno dei cattivi meno riusciti fra tutti i film tratti da fumetti: piatto, bidimensionale, privo di approfondimento psicologico, la sua figura non trasmette nè simpatia, nè antipatia, nè paura, nè odio. E' un triste e inutile manichino da usare e poi buttare via.
Kate Bosworth e l'intreccio amoroso: c'è poco da fare. Superman Returns non è un film d'azione. Non è fantascienza. Non è dramma. Non è avventura. E' un potente film d'amore. Almeno nelle intenzioni. Eppure tutto il castello della storia d'amore crolla miseramente davanti alla figura di Lois Lane/Kate Bosworth. Probabilmente è una questione soggettiva, ma a me Kate Bosworth mi da le stesse emozioni di un cespo di cetrioli. Nulla, apatia totale. E' un'attrice terribilmente sprovvista di carisma. Eppure il personaggio è assolutamente interessante (praticamente è il contrario di quanto ho detto per Lex Luthor): una donna amatissima da un uomo (che lei non ama), ma completamente travolta dall'amore per un super-uomo, che è il collega Clark Kent (che lei nemmeno considera). Complesso, affascinante, freudiano. Eppure, senza voler spoilerizzare troppo, la storia d'amore risulta piatta, monodirezionale (Brandon Routh/Superman ipnotizza e ruba l'attenzione..), senza nerbo, eccessivamente da "uso e consumo". Anche se non nego che qualche sequenza fa centro. Al cuore.
 
L'amalgama tra questi pregi e difetti è un film comunque costante e omogeneo della sua patina colorata-pop, assolutamente enjoyable, divertente, appassionante, mai noioso (anche se in sala non tutti erano così convinti dal film..). La pellicola va però affrontata con uno spirito sgombro dal cinismo di oggi, con mente aperta e voglia di calarsi in un avventura mozzafiato, con la certezza però di essere guidati da un eroe che non solo ci salva la vita, ma ci fa perdutamente innamorare.. Come dice Lois Lane: "E' Superman..tutti erano innamorati di Superman!". So true.
 
 
VOTO: B-
 


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