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Sunday, August 23, 2009

SONO UN UOMO NUOVO



Lo giuro, non è colpa mia
Il nuovo esilarante romanzo di Filo S.
dall'autore di "Il mio rapporto incestuoso con il telecomando", il nuovo romanzo di Filo S:
Se solo Kylie Minogue mi vedesse
Improvvisamente, il futuro
Il nuovo best seller di Filo S.
Seguimi fino alla fine del tempo
dall'acclamato autore di "E' solo una questione di detersivo"
 
No scusate.
Stavo facendo le prove per il titolo del mio primo romanzo.
Perchè stamattina una rivelazione, un fascio di luce mi ha travolto. Ho deciso di diventare romanziere.
Al diavolo la carriera mai partita da inturgidatore di capezzoli di vips e popstar mondiale, ho finalmente trovato quello che voglio fare nella vita: scrivere bellissimi romanzi. Ora devo solo decidere se diventare un caso editoriale tipo Salinger che ha scritto un romanzo in vita sua, oppure una bella fabbrica di tomi tipo Wilbur Smith. Propendo però per la fabbrica di tomi, di quelli che si vendono anche in edicola a 4.99 euri. Che me frega. Adesso vediamo cosa ne pensa la mia casa editrice (che tra parantesi devo ancora contattare ma suppongo sia solo un dettaglio questo). Anche perchè voglio una bella foto in copertina. Cioè, tipo io in posa sotto il pergolato di una vigna toscana mentre sorseggio un buon Chianti. Anzi no, che poi sbarello e mi vengono gli occhi da minorato mentale. Niente vino. Io seduto su una poltrona di vimini.. ma no, fa troppo vecchio. Facciamo io, che guardo il tramonto all'orizzonte sul mare..Tipo primo piano. Però mi devono photoshoppare tutto. Lo esigo. Voglio che l'Industrial Light & Magic di Lucas mi faccia sembrare Colin Farrell. Cioè, li pago.
Ah, poi voglio una copertina su Vanity Fair. O per lo meno un servizio di tre pagine. Cioè, l'hanno fatto per Susanna Tamaro, non vedo perchè non possano farlo su di me. Alla fine io sono la rivelazione editoriale dell'anno. Cioè, lo sarò diciamo.
Sì, sarò la rivelazione editoriale dell'anno. Anno 2008 facciamo dai. Che prima ho troppe cose da sbrigare, tipo dimagrire per la foto sul mio libro.
 
Tutto è partito stamattina.
E ancora una volta l'artefice di tutto è mia madre che ha esordito senza neanche salutare con questa frase arcana: "Filippo, devo dirti una cosa."
Oddio, adesso mi dice che sono stato adottato.
Un pò tardi dirmelo adesso..però in fondo ci può stare. Del resto sulla mia piccola biografia nelle alette della copertina ci deve essere qualche dato sorprendente tipo "ha perso la gamba in seguito all'attacco di uno squalo" oppure appunto "è stato adottato in età prescolare". Piuttosto le invento, non posso scrivere la verità, ovvero "ha passato 24 anni sul divano di casa".
E comunque la cosa che doveva dirmi non era questa rivelazione. Suppongo di essere suo figlio naturale.
Invece ha proseguito in questo modo: "ho appena saputo che la tua trisavola all'età di 34 anni è stata internata in un ospedale psichiatrico..pensa che storia..e comunque la cosa potrebbe essere genetica..."
Io la guardo con un misto di pena e voglia di prenderla a scarpate sui denti, e rispondo con sagace astuzia (scusate, ma sto provando ad usare un linguaggio romanzesco, devo allenarmi) "Mamma..oggi i manicomi non esistono più. Se dovesse succedere a te che cazzo faccio?".
Mi mamma: "L'Orrido. Te l'ho già detto mille volte. Mi porti sull'Orrido di Bellano (ridente località di nonsodove in cui è sito un burrone profondissimo) e mi spingi giù di sotto. Io capirei.."
Io: "..vaaaa beeeeeneeee maaamma.." -_-
Ah, la menopausa.
 
E comunque, spinta da questa rivelazione, ha iniziato a scucire una serie di fatti a me inediti sulla mia famiglia, risalendo proprio sino alle radici dell'albero genealogico.
Ero shockato.
Com'è possibile che io discenda da certa gente..sono allibito. Ed è qui che mi è venuta l'ispirazione, la vena creativa, la molla che ha fatto scattare in me la consapevolezza che diventerò uno scrittore: io DEVO raccontare la storia della mia famiglia. E' un dovere, un pò come Iva Zanicchi che ha scritto Polenta di castagne. Lo devo alla comunità.
Ho scoperto, in ordine sparso:
- che avevo una parente che si chiamava Argia (BEST NOME EVER EVER)
- che la mia bisnonna faceva caccia grossa in Africa e si portava i trofei animali (ovvero le teste delle gazzelle e selvaggina varia impagliati sui muri) qui a Milano e li appendeva in casa neanche fossero dei Monet
- che suddetta bisnonna aveva un amante al Cairo in Egitto (potrei morire)
- che il mio trisnonno (il figlio dell'internata al manicomio n.d.r.) fu abbandonato sul sagrato di una chiesa e accolto dalle suore (adorissimo)
- che un non meglio identificato cugino di mio padre è un frate
- che i genitori di mia nonna erano partigiani che nascondevano gli americani in cantina
- ma quanto sono ubriachi Taylor e Nick (no ok, non c'entra niente, è che sto guardando Beautiful )
- che la sorella di mia nonna vede la gente morta (nel senso che è una sensitiva, non una becchina)
 
Amo la mia famiglia.
Devo scriverle queste cose. Devo indagare. Devo diventare una specie di reporter sui misfatti di casa.
Nel frattempo però, prima di abbozzare qualche frase mi faccio degli scatti con la polaroid.
Giusto per vedere come vengo in posa. 
Continuate a partecipare al Contest cliccando qui. Avete tempo fino a questa notte.


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