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Saturday, November 14, 2009

Il triangolo no



Finalmente, l'ho acchiappato al cinema all'ultimo weekend di programmazione:
 
The Departed
 
Io per natura sono una persona diffidente verso tutto ciò che ha successo.
Quando ascolto critiche troppo entusiastiche, quando sento che tutti, compreso il pubblico pagante, va in delirio per una pellicola, a me francamente sorgono dubbi e sospetti. Ma a Scorsese non si dice mai di no, nonostante non abbia trovato la sua ultima produzione (Gangs of New York, The Aviator) particolarmente rilevante. E mi ritrovo quindi a recuperare una pellicola uscita quasi due mesi fa, spinto anche dall'onda di riconoscimenti che l'opera sta mietendo in giro per il mondo. E mi secca, mi secca davvero dovermi adeguare, mi secca far parte della massa, pecora tra le pecore..ma in certi casi il mio latente snobismo può e deve venire meno.
Signore e signori, The Departed è a mani basse il miglior film dell'anno.
 
Innamorarsi perdutamente di un gangsta-movie non mi succede spesso, anzi. Non sono un grande estimatore del genere, soprattutto per il fatto che non ho una mente molto elastica per questa tipologia di film: ho capito I Soliti Sospetti alla 4° visione, mentre altri film super premiati come LA Confidential devo ammettere di non averli mai capiti affatto. Troppi nomi, troppi omicidi, troppe indagini, troppe omissioni.. Orientarmi in un mondo così lontano dal mio non è affatto semplice.
Ma nelle mani di Scorsese succede la magia: tutte le mie paure e i miei pregiudizi vengono spazzati via completamente. Il film è un assoluto piacere, una vera pellicola d'intrattenimento incredibilmente godibile e golosa sotto ogni punto di vista. L'amore per il racconto del regista trova finalmente in The Departed una forza ed un potere che ultimamente sembravano perdute, e narrativamente il film è cristallino, perfino divertente in molti momenti. La sceneggiatura di William Monahan è superba, un pezzo di scrittura efficace ed esemplare, con battute e dialoghi di straordinaria forza ed inventiva (i pezzi destinati a Mark Wahlberg sono fenomenali).
Ma quello che distingue il film e lo innalza al di sopra della concorrenza sono le performance assolutamente brillanti degli attori. Il lavoro d'ensemble è una delle vette viste al cinema quest'anno, con una perfetta sintonia tra tutti gli elementi in campo, e un gioco d'attori di rara forza. Ma tra tutti, Leonardo DiCaprio illumina dall'alto e ruba la scena a chiunque gli sia accanto. Nonostante sia viziato dalla voce di Francesco Pezzulli che ci nega l'accento bostoniano dell'attore, la sua performance è di una potenza e di un vigore straordinario. Probabilmente il miglior DiCaprio di sempre. Commovente, primitivo, fragile, virile, la sua recitazione incanta dalla prima all'ultima scena. E vorrei spingermi oltre: DiCaprio ha raggiunto una maturità artistica che lo mette davvero in gara tra gli attori viventi più bravi e dotati (e intelligenti). Jack Nicholson è gigione come al solito, perfettamente aderente alla tipologia di carattere narrata, e sempre come al solito ipnotizzante: ma quello che sconvolge, è che anche il grande Jack è schiacciato miseramente accanto a DiCaprio, che trionfa torreggiando su tutto. Sua controparte, Matt Damon è forse il meno significativo all'interno del gruppo di attori, anche se, senza spoilerizzare niente, risulta ad ogni modo efficace dal punto di vista narrativo.
E poi ancora Mark Wahlberg, Alec Baldwin, Martin Sheen: praticamente perfetti, una squadra incredibile, una standing ovation al direttore del cast. Scusate se ripeto, ma davvero stupefacente la bravura degli attori: aspettatevi una pioggia di premi.
Non dimentichiamo poi l'unica figura femminile del film, la new entry Vera Farmiga, che oltre ad essere bellissima, è anche dotata di uno straordinario talento (e con DiCaprio formano una coppia super-yummi).
Il cast tecnico è quello solito di altissimo livello che collabora con Scorsese: dal direttore della fotografia Michael Ballhaus (che punta su una fotografia limpida, colorata, definita, urbanissima), alla montatrice Thelma Schoonmaker (che fa un lavoro assolutamente perfetto) e la stupenda colonna sonora di Howard Shore (infarcita di bellissimi pezzi rock-folk irlandesi).
 
Alla fine della visione, The Departed lascia piacevolmente sazi e in estasi, con la consapevolezza di aver assistito quasi ad un atto di magia. Perchè la regia di Martin Scorsese ha sempre qualcosa di magico al suo interno: dai movimenti di macchina iperreali, alla concertazione curatissima di tutti i dettagli, la perfezione nasce proprio grazie all'amore per il racconto, all'amore per questo straordinario mezzo espressivo che è il cinema. La magia al cinema è cosa rara e preziosa, un bene che va riservato e protetto dal tempo e dalla ragione.
Se siete ancora in tempo, non lasciatevi sfuggire questo unico pezzo di storia.
 
A


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